sabato 12 novembre 2011

Imprenditorialità sociale (parte II)

Nella prima parte di questo post ci eravamo lasciati con la promessa di gettare luce sugli imprenditori sociali, protagonisti di un trend in costante ascesa. Basti pensare che solo cinque anni fa il concetto di imprenditore sociale era pressoché sconosciuto. Se si utilizza Google come barometro del cambiamento ci si rende rapidamente conto di quanto le cose siano cambiate.  Ecco che cosa ha restituito una ricerca del termine “social entrepreneur” su Google  nel corso degli ultimi anni:

Social Entrepreneur su Google

Anno
Hits
2006
12.400
2007
100.000
2009
7.500.000
2011
68.000.000

L'ascesa è impressionante!

Altre osservazioni che confermano e supportano questo trend:
- A livello accademico negli ultimi 5-6 anni sono letteralmente fioriti i corsi  universitari che si occupano di imprenditorialità sociale. Penso ad esempio alle specializzazioni in imprenditorialità sociale offerte da scuole come Oxford, Duke, Stanford etc.
- Si sono inoltre moltiplicate le fondazioni che supportano, sostengono e celebrano gli imprenditori sociali e le loro idee. Mi vengono in mente, tra le altre, la Schwab Foundation (creata da Klaus and Hilde Schwab, già ideatori del World Economic Forum), la Skoll Foundation (del co-fondatore di ebay) o la Ashoka Foundation.
- Sempre più numerosi i fondi di capitale di rischio no-profit dedicati all’imprenditorialità sociale. Tra i più noti penso ad Acumen Fund negli States oppure l’esperienza italiana di Luciano Balbo con Oltreventure
- Nel 2006 viene conferito il Nobel per la pace a  Muhammad Yunus, imprenditore sociale per eccellenza, inventore del microcredito e di Grameen Bank.

Muhammad Yunus

Alla luce di questi indicatori di un movimento sempre più forte e diffuso che cosa si intende dunque con imprenditori sociali? Rispondo riportandovi alcune tra le definizioni più ricorrenti e diffuse:

Ashoka Foundation: “Gli imprenditori sociali sono agenti del cambiamento per il settore sociale. Sono guidati dalla propria missione, determinati a raggiungere risultati e impegnati a mantenere la propria responsabilità di fronte alle comunità che servono. Gli imprenditori sociali effettuano una trasformazione sistemica affrontando non solo il problema, ma anche le sue radici”
Schwab Foundation “Un imprenditore sociale è un tipo di imprenditore che fa uso dell’innovazione per migliorare il mondo attraverso soluzioni di mercato. Gli imprenditori sociali sfruttano le proprie competenze e la propria creatività per cercare di risolvere un problema sociale urgente, con l’intento di avere un impatto positivo.”
Public Innovators “Qui si definisce l’imprenditoria sociale come la pratica di rispondere ai fallimenti del mercato con innovazioni trasformative e finanziariamente sostenibili volte alla soluzione dei problemi sociali. Le tre componenti essenziali dell’imprenditoria sociale sono: 1) risposta ai fallimenti del mercato, 2) innovazione trasformativa e 3) sostenibilità finanziaria.”

Qualche esempio? 

Piattaforma online basata sul principio del crowdfunding per garantire finanziamenti e lineo di crediti in paesi in via di sviluppo. Creata da Jessica Jackley 6 anni fa ad aggi ha attratto micro-finanziamenti da parte di oltre 700.000 persone per un ammontare complessivo di 240.000000 di capitale raccolto. La cosa più sorprendente è il tasso di solvibilità degli imprenditori finanziati, superiore al 99%!. Vi consiglio questo video toccante, in cui racconta Kiva, dall’idea ai risultati straordinari di oggi




Creata da Charles Bests, ex insegnante di scuole superiori per mettere in contatto le scuole con una moltitudine di micro-filantropi che pagano spese di cancelleria, ristrutturazione etc. sulla base delle carenze specifiche (certificate dal sito) segnalate da insegnanti e formatori. Ad oggi si contano quasi 90.000.000 di dollari raccolti e 210.000 progetti scolastici finanziati. In cambio i sostenitori ricevono una foto della classe con un ringraziamento firmato da tutti gli studenti!


Wendy Koepp l’ha creata a partire dalla tesi triennale. Oggi  conta 46000 applications all’anno di neolaureati che dedicano due anni della loro vita professionale all’insegnamento in scuole “difficili” (licei - per lo più in aree rurali). Teach For America ha mobilizzato 17.000 laureati in alcune delle scuole più complicate del paese.

 Wendy Koepp


Sono esempi edificanti che mostrano come la strada sia aperta e percorribile. Ci dicono anche che possiamo e dobbiamo fare di più per promuovere questo fenomeno. Come? Qualche idea ce l’ho e la condividerò con vio nel prossimo post. Ciao

5 commenti:

  1. Si bisognerebbe sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto a questi meravigliosi esempi. Ma come?????? Ci vorrebbe una comunità di riferimento!

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  2. Sono d'accordo, ci sono alcuni esempi interessanti in giro ma nessuno ne parla. Penso ad esempio a Luciano Balbo che vine menzionato nel blog ma che è noto solo agli "addetti al settore".

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  3. Bel post!! Il punto è che servono dei visionari affamati di equità e giustizia. Bisognerebbe a sensibilizzare i ragazzi all'università e nelle scuole. Mostrare che è una stra possibile. Paolo.

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  4. Io sono uno studente di 23 anni e posso assicuravi che di ragazzi affamati di equità e giustizia e pieni di idee ce ne sono tanti... non SERVE sensibilizzare "NOI RAGAZZI" all'università, PER INIZIARE BASTEREBBE DAR spazio a COLORO CHE HANNO DELLE IDEE E DARGLI LA POSSIBILITà DI POTERLE METTERE IN PRATICA... COSA CHE PURTROPPO ALL'UNIVERSITA' NON VIENE FATTA IN ALCUN MODO!!!

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  5. E' vero, l'università non offre grandi opportunità ma le cose stanno cambiando un pochino. Ci sono sempre più piani di studio che offrono corsi di imprenditorialità e di business plan magari collegati a piccole competizioni o bandi pubblici. Secondo me possono essere un buon punto di partenza per capire come presentare e soprattutto a chi presentarle proprie idee. Segnalo ad esempio questa iniziativa di Bologna (città in cui studio): http://www.brainstorminglounge.com/evento-brainstorming-arena-19-novembre-2011/
    Si festeggia la settimana mondiale dell'imprenditorialità! Paolo

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