lunedì 7 gennaio 2013

L'imprenditoria femminile (parte III)

Innanzitutto buon anno e buona Epifania! Apriamo il 2013 chiudendo il thread di post (post I qui; post II qui) curati da Lucia Ragazzi sul tema dell'imprenditoria femminile. In questo terzo e ultimo post Lucia ci presenta una interessante intervista con Sara Roversi, giovane ed energetica imprenditrice bolognese recentemente premiata da Unindustria per i suoi numerosi successi professionali, tra cui la creazione di Sosushi, la catena di ristorazione giapponese più diffusa in Italia.

Quattro chiacchiere con Sara Roversi
Sara Roversi, nata a Bologna nel Marzo del 1980, sposata e madre di due bambini, ad oggi è una delle imprenditrici seriali più giovani nel panorama dell'imprenditoria nazionale.


Quale è stato il suo percorso scolastico?
Mi sono laureata alla European School of Economics di Londra, università innovativa per l’epoca, con una componente filosofica molto forte che ha segnato profondamente il mio percorso imprenditoriale. Successivamente mi sono trasferita per un anno circa a New York dove ho potuto, grazie allo studio e ad un internship, consolidare la mia preparazione.

Quanto ha influito l’esperienza newyorchese sulla sua vita da imprenditrice?
È stata fondamentale. Di ritorno da New York, insieme al mio compagno Andrea Magelli abbiamo dato vita alla nostra prima impresa, Lifeinaclick, un progetto innovativo che si occupa di emotional marketing. Successivamente sempre con lui, che mi affianca in ogni mia attività, abbiamo creato Sosushi Italia Srl. Sosushi è l’attività che risente maggiormente dell’esperienza americana; l’idea è nata dall’attrazione per i take away di sushi incontrati lungo le strade della metropoli, abbiamo voluto portare in Italia qualcosa di nuovo, che ci piaceva e sul quale avevamo una forte convinzione circa l’esportabilità. Ad oggi Sosushi è la più diffusa e conosciuta catena in franchising di ristorazione giapponese sul territorio nazionale, direi che il coraggio di provare e lanciarsi con questa idea è stato pienamente premiato.

Nel corso del tempo avete dato vita anche ad altre attività, come nascono tutte queste idee?
Sì, nel corso degli anni sono nate You Can Srl, ad oggi partner ufficiale e unico rivenditore europeo dei prodotti Molo Design, Masabi Srl e infine You Can Group Srl, punto di incontro per tutte le realtà costruite negli anni. Recentemente abbiamo dato vita anche a Soul Factory, sorta nel cuore del Despina Business Park come innovativo concept di ristorazione collettiva dove il break diventa un momento di rigenerazione e arricchimento per corpo e mente. Ma sono tante anche le idee che abbiamo che che vorremmo sviluppare. Tutte nascono grazie alla continua ricerca del nuovo, di qualcosa di unico, ma anche pensando a quali sono le lacune presenti nel nostro territorio per poterle poi arginare. Faccio un esempio... nel corso degli ultimi anni il numero di turisti che passano per Bologna è notevolmente aumentato, anche grazie alla compagnia aerea Ryanair che fa scalo presso l’aeroporto cittadino. Quello che ci siamo chiesti era “Come valorizzare al meglio la città?”, sì ci sono i negozi che si occupano di merchandising, vendono cartoline e altri ricordi della città, ma sono tutte cose ormai obsolete, per questo abbiamo pensato di investire su un nuovo progetto che rilanciasse le eccellenze bolognesi. E cosa se non il cibo? Da qui è nato il Bologna food boutique, da qualche tempo  presente nel  centro della città. Esso rappresenta un nuovo concept di ristorazione, un locale capace di vivere la più frenetica o tranquilla pausa pranzo in compagnia di bolognesi doc e turisti provenienti da ogni parte del mondo, ed arrivare fino al tardo pomeriggio per regalare ai suoi clienti un tramonto che sa di lambrusco, un aperitivo che se è necessario parla dialetto e s’intende di sapori locali e genuini.

Di cosa ti occupi all'interno dell’impresa?
Principalmente di grafica, immagine e comunicazione ma in realtà un po’ di tutto, tranne il lato economico di cui si occupa mio marito Andrea. Entrambi ci occupiamo della ricerca e sviluppo, portando sempre nuove idee da sviluppare insieme al nostro team composto da una ventina di persone di culture e paesi diversi ma tutti under 35.

Quali sono i punti di forza e di debolezza di tutte queste attività?
I punti di forza direi: la grande innovazione, tutti i progetti sono unici, non ci sono competitor, uno staff giovane e multietnico, e sicuramente il learning by doing.
Tra quelli di debolezza ne sottolineerei uno in particolare, la mancanza di un business plan iniziale, di una pianificazione finanziaria che porta in alcuni casi a dover rivedere le proprie attività nel corso del tempo con conseguente duplicazione di costi e perdita di tempo.
Infine c’è un elemento che considererei sia come punto di forza ma anche come punto di debolezza: l’ incoscienza. L’incoscienza che porta a lanciarsi sempre in nuove sfide che possono tramutarsi in successi, e allora è un punto di forza, ma che possono portare anche ad errori o fallimenti e allora è una debolezza.

Quali sono le caratteristiche ideali che una buona imprenditrice dovrebbe avere? 
Sicuramente la passione e il coinvolgimento totale ( avere una propria attività implica dedicarsi ad essa 24 ore su 24 sette giorni su sette),  ma anche il divertimento, essere sempre pronti a cogliere nuove opportunità, nuove sfide senza aver paura di sbagliare.

Se dovessi definirti con due aggettivi come ti definiresti?
Entusiasta e creativa.

Obiettivi futuri?
Dall'esperienza nella creazione di format di ristorazione e del mondo delle start up e degli incubatori, nasce l’idea di  creare un Kitchen Incubator. Il primo a Bologna un secondo a Milano, avranno lo scopo di incubare al proprio interno tutti quei progetti “food based”, ossia tutti quei progetti volti alla creazione di nuovi food format, come Sosushi, ma anche applicazioni per il mondo food ( applicazioni per ipad, smartphone) che mettano in relazione non solo impresa e cliente ma anche impresa e fornitore, dedicate quindi al mondo B2B, food retail, etc. A differenza di altri incubatori simili, presenti solo negli Stati Uniti, in questo kitchen incubator lo scopo non è semplicemente avviare un proprio ristorante ma costruire una grande impresa, avviare catene di locali, franchising, standardizzando i processi.  Di prossima realizzazione, anche, un concept dedicato a due piatti della tradizione, lasagne e polpette, con l’obiettivo di un volo oltreoceano che faccia incontrare due elementi forti della tradizione italiana con uno stile di vita americano, contemporaneo e multietnico.