lunedì 17 gennaio 2011

L'ACCADEMICO IMPRENDITORE

Oggi ospitiamo con grande piacere le riflessioni di Riccardo Fini in tema di Imprenditorialità Accademica, un’area di ricerca in grande fermento e di assoluto interesse per chi si occupa di Imprenditorialità e Innovazione. Riccardo è ricercatore presso l’Imperial College e si occupa da alcuni anni di questo affascinante fenomeno. A seguire ha sintetizzato per noi i risultati di un suo studio recentemente pubblicato e che è stato anche oggetto di discussione nella prestigiosa rivista Nature. Dunque, Riccardo, a te la parola!

Creazione di Impresa in Ambito Accademico

Nel corso degli ultimi dieci anni, in tutti i paesi maggiormente industrializzati, le istituzioni universitarie hanno subito forti pressioni dall’opinione pubblica e dagli stessi politici circa la necessità di mantenere elevati livelli di produttività a fronte di una maggiore razionalizzazione dei fattori in input. In aggiunta a ciò, a seguito della recente crisi finanziaria mondiale, come testimoniano i recenti eventi in Gran Bretagna, le università hanno dovuto gestire una forte riduzione del finanziamento pubblico alle attività di ricerca e al contempo, a seguito di pressioni dal mondo politico, enfatizzare le attività di ricerca applicata, nel tentativo di aumentare gli introiti monetari originati dalla commercializzazione dei risultati della ricerca universitaria (OECD, 2009).

A seguito di ciò, gli amministratori universitari e gli stessi politici hanno investito un considerevole ammontare di risorse per promulgare e sostenere le attività di trasferimento tecnologico (Knowledge Transfer Activities – KTA) da parte degli accademici. Per esempio, negli Stati Uniti, due delle più importanti leggi in materia di KTA, il Bayle-Dole Act e lo Stevenson-Wydler Act, sono state emanate nei primi anni ’80, ed hanno permesso e garantito ad università e laboratori governativi la possibilità di brevettare i propri risultati di ricerca, appropriandosi delle royalties originate dalla commercializzazione della tecnologia. Altre nazioni hanno investito in riforme similari, ad esempio la riforma del sistema universitario nel Regno Unito ed in Olanda negli anni ’90, il cosiddetto Loi Allegre introdotto nel 1999 in Francia, e l’introduzione di leggi ad hoc da parte del governo svedese all’inizio degli anni ’80. Più recentemente, anche in Italia, si è potuto assistere alla creazione di un nuovo sistema istituzionale (a seguito dell’introduzione della Legge 297 nel 1999) che ha permesso il trasferimento di alcuni poteri direttivi dal governo centrale alle singole università, enfatizzando le pratiche imprenditoriali all’interno di ciascuna istituzione.   

Le KTA possono originarsi a seguito di due processi marcatamente differenti. Alcune di esse fanno riferimento a quei settori scientifici in cui il progresso della conoscenza avviene prevalentemente a seguito dell’introduzione di nuove pratiche e metodologie che originano cambiamenti repentini e discontinuità negli scenari tecnologici di riferimento. Ciò si verifica in quei settori tecnologici quali il farmaceutico e le biotecnologie che sono caratterizzati da elevati regimi di appropriabilità, nei quali esiste quindi la possibilità di proteggere l’innovazione tecnologica mediante il ricorso alla proprietà intellettuale. La commercializzazione dei risultati della ricerca accademica avviene, in questo caso, attraverso le pratiche di brevettazione, la concessione di tecnologia in licenza, nonché tramite la creazione di nuovi imprese basate su tecnologia brevettata (IP-based KTA). In altri casi, invece, le KTA vengono principalmente originate attraverso la ricombinazione di conoscenza già esistente, ricercando la soluzione a problemi mediante il ricorso a scoperte precedenti piuttosto che a nuovi paradigmi tecnologici. Ciò avviene prevalentemente nelle scienze naturali e sociali, attraverso attività di consulenza e di collaborazione fra università ed impresa (non IP-based KTA).

Nonostante la documentata eterogeneità, la maggior parte degli studi si è focalizzata su KTA basate su tecnologia protetta da diritti di proprietà intellettuale. Pertanto, ad oggi, esistono ancora innumerevoli lacune relativamente allo stato dell’arte della conoscenza. In primis, non conosciamo l’entità del fenomeno, non sapendo in che percentuale le KTA si manifestano all’interno ed all’esterno del sistema di proprietà intellettuale. Non abbiamo inoltre informazioni circa l’impatto e l’efficienza differenziale dei meccanismi di supporto universitario sull’attivazione di entrambi i tipi di KTA. A causa della esiguità di tali dati, in innumerevoli casi si è verificato che gli amministratori universitari abbiano enfatizzato politiche e meccanismi orientati alla protezione della proprietà intellettuale universitaria, considerando le università come vere e proprie imprese private, piuttosto che supportare e permettere una maggiore condivisione di conoscenza fra università e mercato. Nel tentativo di proteggere e sfruttare le conoscenze sviluppate in ambito universitario, questo tipo di pratiche ha originato, paradossalmente, una riduzione delle collaborazioni tra imprese e università, come documentato nella letteratura esistente.

Nell’articolo intitolato “Inside or Outside the IP-System. Business Creation in Academia” apparso su Research Policy nel 2010, abbiamo cercato di contribuire a questo dibattito mostrando come negli Stati Uniti, gli spin-off accademici che nascono a valle della commercializzazione di tecnologia protetta da diritti di proprietà intellettuale sono basati su di un tipo di conoscenza circoscritta a pochi ambiti scientifici (se comparati con quelli che si originano al di fuori del sistema di IP). Lo studio, condotto nel 2007, e’ basato su di un campione di 11.572 individui, rappresentativo dell’intera popolazione degli accademici statunitensi (58.646)I risultati mostrano che i partecipanti allo studio hanno fondato 1.948 imprese, di cui 682 basate su tecnologia brevettata mentre le rimanenti 1.266 no. Questo trend ancora una volta testimonia il fatto che se l’attenzione ed il supporto alle pratiche di trasferimento di conoscenza accademica è focalizzato sui soli domini scientifici in cui la conoscenza è effettivamente brevettabile, un’intera parte delle KTA ne potrebbe risultare fortemente danneggiata.

Letture di approfondimento


Baldini, N., Grimaldi, R., e Sobrero, M., 2006. Institutional changes and the commercialization of academic knowledge: A study of Italian universities’ patenting activities between 1965 and 2002. Research Policy, 35, 518–532.

Fini R., Grimaldi R., e Sobrero M., 2009. Factors Fostering Academics to Start up New Ventures: an Assessment of Italian Founders' Incentives, Journal of Technology Transfer, 34, 380-402.

OECD, 2009. OECD Science, Technology and Industry Scoreboard 2009, OECD Publishing.

Rothaermel, F., Agung, D., e Jiang, L., 2007. University entrepreneurship: a taxonomy of the literature. Industrial and corporate change 16, 691–791.

Shane, S., (Ed.) 2004. Academic entrepreneurship: University spin-off and wealth creation. Northampton, MA: Edward Elgar Publishing.

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