Scusate la lunga latitanza dovuta a impegni all’estero. Oggi desidero esporre la terza e ultima parte della riflessione avviata oltre un mese fa sul rapporto tra giovani e imprenditorialità. Ci eravamo lasciati nella parte II con un semplice quesito. Quali sono le (poche) start-up italiane che oggi vengono da tutti considerate come le exit di maggior successo degli ultimi anni?
Ho fatto una piccola ricerca ed ecco cosa ho trovato:
Mutui Online: valutazione all'uscita 170M
Venere.com: valutazione all'uscita (stimata) superiore a 500M
Dada: valutazione all'uscita 120M
Yoox: valutazione all'uscita: 220M
Sapete da che cosa sono accomunate queste imprese? Facile! I fondatori avevano tutti poco meno o poco più di 30 anni quando le hanno create. Per la precisione:
Alessandro C. Fracassi (fondatore di Mutui Online): 30 anni
Matteo Fago (co-fondatore di Venere, assieme a tre compagni di università): meno di 30 anni
Paolo Barberis (co-fondatore di DADA assieme a tre compagni di corso nella facoltà di Architettura): meno di 30 anni
Federico Marchetti (fondatore di Yoox): 31 anni
Ovviamente a fronte di queste startup che ce l’hanno fatta ce ne sono tantissime che si arenano o cessano l’attività. E’ un fatto statistico ineludibile. La sopravvivenza a 4/5 anni crolla del 50%. Proprio per questo motivo ritengo che iniziative a sostegno della giovane imprenditorialità siano indispensabili, non solo e non tanto per le risorse economiche che offrono, ma perché permettono di entrare a far parte di una comunità di persone che si mettono in gioco e con cui potersi confrontare e incoraggiare nel momento più critico, quando si innova e dunque si rischia.
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